Archiviazioni e riflessioni: la necessità di un cambio di rotta nella gestione dello scioglimento dei comuni
Archiviazioni e riflessioni: la necessità di un cambio di rotta nella gestione dello scioglimento dei comuni. Di Marco Martino, sindaco dissolto del Comune di Capistrano, 2.01.2025
L’archiviazione del procedimento di indagine sul Comune di Filadelfia, insieme a quelle sui comuni di Mileto e Nicotera, rappresenta un segnale inequivocabile di quanto fosse discutibile l’operato condotto dall’allora Prefetto di Vibo Valentia, dott. Paolo Grieco. Il suo approccio, caratterizzato dall’invio di numerose commissioni d’accesso in molti comuni del territorio, ha reso la provincia un simbolo nazionale della fragilità normativa sullo scioglimento degli enti locali.
Il governo, come dichiarato pubblicamente negli ultimi mesi, sembra intenzionato a riformare la legge vigente, spesso ritenuta controversa, per garantire maggiore chiarezza e giustizia. Gli esiti delle indagini commissariali, infatti, hanno frequentemente evidenziato l’assenza di elementi concreti a sostegno delle ipotesi di condizionamento mafioso nei confronti degli enti locali. In molti casi, i dati raccolti non hanno giustificato lo scioglimento degli organi elettivi, evidenziando così un approccio approssimativo e talvolta infondato.
L’archiviazione delle indagini sui comuni di Filadelfia, Nicotera e Mileto suggerisce un cambio di atteggiamento rispetto alle decisioni precedenti, dove scioglimenti basati su relazioni delle commissioni e del Prefetto si sono rivelati privi di sufficienti elementi probatori. Questa nuova attenzione rappresenta un’opportunità per riflettere sui limiti di un sistema che, in passato, ha penalizzato i sindaci e le amministrazioni senza un’effettiva base fattuale.
Le preoccupazioni sollevate dai sindaci colpiti, spesso vittime di un “clima da caccia alle streghe”, sembrano aver indotto il Ministero competente a una maggiore prudenza nelle valutazioni. Gli amministratori locali, investiti di enormi responsabilità, si sono trovati a operare in un contesto caratterizzato da decisioni sommarie e da valutazioni distanti dalla realtà quotidiana delle loro comunità.
Significative, in tal senso, le parole del nuovo Prefetto di Vibo Valentia, il quale ha sottolineato come lo scioglimento di un comune rappresenti una sconfitta per la democrazia. Questo richiamo, profondamente apprezzato, sottolinea la necessità di un approccio responsabile e rispettoso del mandato politico affidato dagli elettori.
Il ruolo degli enti locali non può ridursi a mere macchine di gestione tributaria; essi devono garantire servizi essenziali e promuovere il benessere delle comunità. L’incapacità di adempiere a queste funzioni, lasciando spazi vuoti, può effettivamente favorire l’infiltrazione della criminalità organizzata, generando l’effetto opposto a quello desiderato.
La normativa vigente, sancita dal Testo Unico sugli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000), dovrebbe tutelare la rappresentanza democratica, evitando conflitti che mettono lo Stato contro sé stesso. Troppe volte, però, la gestione degli scioglimenti è apparsa più come una “guerra tra poveri” che come un’effettiva tutela della legalità, con i cittadini come principali vittime.
Episodi come quello di Capistrano, in cui a un sindaco si è contestato un colloquio con un ambulante o con un dipendente di un altro comune, evidenziano l’assurdità di certe decisioni. È dunque legittimo chiedersi: chi ha realmente tratto vantaggio da tali interventi? E quali sono stati i motivi che hanno spinto a scelte così dannose per la rappresentanza democratica?
Alla luce delle archiviazioni recenti, sarebbe auspicabile che il Ministero dell’Interno e il Consiglio dei Ministri valutino attentamente anche i casi passati, per verificare se gli scioglimenti degli organi elettivi fossero davvero giustificati. I tribunali amministrativi sono oggi teatro di dure battaglie legali, spesso causate da interpretazioni normative lacunose e da decisioni affrettate.
La speranza è che si possa avviare una riflessione seria, capace di restituire dignità e funzionalità agli enti locali, pilastri fondamentali della legalità e della gestione del territorio. Il nuovo Prefetto, con le sue prime dichiarazioni, sembra aver intrapreso una direzione più equilibrata, promuovendo un dialogo costruttivo tra amministrazioni e cittadini.
Questo cambio di rotta appare oggi indispensabile per sanare le ferite del passato e per ripristinare la fiducia nei confronti delle istituzioni locali, garantendo una gestione più trasparente e rispettosa del mandato democratico.