Tropea le luminarie del Borgo Incantato e i conti della serva vol. 2, puntata 6.
Tropea le luminarie del Borgo Incantato e i conti della serva vol. 2, puntata 6.
Mi sono fin troppo soffermato sul triste spettacolo che l’amministrazione comunale guidata dal Dott. Micucci, già Presidente della Commissione di Accesso agli Atti che ha richiesto ed ottenuto lo scioglimento degli organi democraticamente eletti del Comune di Tropea, ha offerto a tropeani e visitatori (per la verità non molti se togliamo la parentesi dal 26/12 all’1/01, una settimana che, comunque sia, nulla ha avuto a che vedere con quello che conoscevamo) durante le festività natalizie.
Un’operazione di marketing ed uno spettacolo indecoroso, sia per la qualità delle installazioni che per la tempistica, che ha, indubbiamente, segnato negativamente l’immagine della nostra città, tanto faticosamente costruita. Un’indecenza che è stata in qualche modo agevolata da una sorta di tacito consenso da parte di chi avrebbe dovuto vigilare, da parte di chi avrebbe dovuto proteggere l’eredità del nonno, ed invece ha fatto finta di nulla pur di fare qualcosa, pur di offrire qualcosa, pur di fare sfoggio delle proprie capacità.
In questa puntata inizierò ad occuparmi dei conti, tema al quale ho già accennato nella puntata n. 1 “Tropea il Borgo Incanto 2024 e i conti della serva”.
Ebbene, ho letto il capitolato di gara e mi sono saltate immediatamente all’occhio alcune criticità che non renderanno per nulla agevole il compito di chi dovrà ora tutelare il Comune di Tropea e le nostre finanze.
Ritengo, intanto, che la qualità delle installazioni offerte reclami un’azione per danni e non già un semplice abbattimento dei costi. In effetti, le luminarie installate erano per lo più fondi di magazzino, peraltro mezzi fulminati, ragion per cui, pagare un solo euro sarebbe offensivo della dignità dei tropeani.
Ma il problema, effettivamente, non sarà di semplice soluzione soprattutto se l’amministrazione non ha puntualmente contestato le palesi criticità durante l’intera esecuzione del contratto, dal montaggio, all’inaugurazione, alla gestione. Mi chiedo cosa abbia fatto, mano al capitolato, chi avrebbe dovuto vigilare sull’esecuzione del contratto quando si è visto di fronte a quei “cosi” mezzi fulminati. Il problema è notevole perché quel capitolato è così generico ed evanescente da offrire una scarsissima tutela all’Ente soprattutto se lo stesso non ha, tempestivamente, posto la ditta affidataria del servizio di fronte alle proprie inadempienze e responsabilità, per come diligenza avrebbe voluto.
Di poi, c’è un altro enorme problema per chi dovrà liquidare il servizio: la ditta affidataria. Ebbene, in base al capitolato di gara, il servizio non era neppure parzialmente subappaltabile (art. 7 del capitolato speciale d’appalto), mentre nella fattispecie questo è avvenuto per circa la metà dei costi dell’intero appalto. In effetti, il montaggio, lo smontaggio, la manutenzione ordinaria e straordinaria, insomma la manodopera, il cui costo è di € 41.817,00 oltre iva al 22%, sono state appannaggio di una impresa locale che ha eseguito il lavoro commissionatogli in modo puntuale, ovviamente con i mezzi fornitigli, ed ora andrà giustamente pagata. Ma chi lo dovrà fare e come?
Queste due criticità non sono che due delle tantissime anomalie facilmente riscontrabili nella gestione del “Borgo Incantato”. La punta dell’iceberg, forse le più evidenti e gravi che metteranno a durissima prova la serenità di chi è stato lasciato col cerino in mano.
Problemi di non poco conto . . . . ., tuttavia, detto ciò, siamo però in Italia, dove spesso ritorna la regola del Marchese del Grillo: «Io so’ io e voi non siete… un c….o», e Tropea, oggi, incarna perfettamente questa mentalità.