Non vedo non sento non parlo.
Non vedo, non sento, non parlo. Uno dei segni più tristi e devastanti del fallimento della medievale norma sullo scioglimento dei comuni è il veleno dell’omertà, dilagante e inarrestabile, che questa ha instillato. Siamo in silenzio, prigionieri di un “Non vedo, non sento, non parlo” collettivo che ci soffoca. Anche i leoni da tastiera più furiosi, quegli infaticabili censori sociali che un tempo sbraitavano per un’inezia fuori posto, per un po’ d’erba fra i ciottoli, ora tacciono.
La loro voce si è spenta, e quel loro silenzio è un’amara confessione della strumentalità degli attacchi che lanciavano quando la città era guidata da un’amministrazione eletta democraticamente e al tempo stesso della loro codardia. Non mi aspettavo altro da questi personaggetti; quello che invece un po’ mi addolora è vedere una città svuotata d’anima e priva di orgoglio, e che ha perso la consapevolezza della propria recente storia.
Avevamo costruito qualcosa di vivo: la nostra città era diventata un punto di riferimento, un centro di eccellenza, un modello ammirato da realtà ben più importanti. Era un Comune osservato e invidiato.
Non si può generalizzare, certo, ma non c’è chi non vede oggi l’apatia dilagante del tessuto socio-economico-culturale. Una città che, grazie a sacrifici duri e lungimiranti, si era fatta notare in tutto il Paese, oggi si lascia scivolare di tutto addosso.
Sembra di essere ripiombati negli anni bui del 2019/2021, quando crisi come quella delle discariche ci paralizzavano. E nessuno parla! Piccoli interventi di manutenzione ignorati, che giorno dopo giorno ampliano il danno (con conseguente aumento esponenziale dei costi di riparazione) e si ripercuotono sulla sicurezza, sul decoro urbano e persino sulla salute mentale di tanti cittadini. Fogne lasciate a cielo aperto per giorni, servizi essenziali che non partono affatto o arrancano in ritardo, mentre il marketing territoriale e una programmazione minima non esistono. E nessuno protesta!
E mi fermo qui, anche se ci sarebbe tanto altro da dire, soprattutto su ciò che sfugge agli occhi della maggior parte degli ignari cittadini. Ma non temete, perché pian piano vi coinvolgerò in tutto, fino all’ultimo dettaglio di questo naufragio. Un immobilismo totale, questo, rotto solo da qualche spostamento di fioriere e panchine per assecondare piccoli interessi di parte, sacrificando il bene collettivo. E quasi sembra che vogliano fare un dispetto deliberato alla nostra città e soprattutto a me. Mi viene da sorridere!
Eppure si fa finta di nulla… “Tutto va bene, Madama la Marchesa” è il refrain. Ma attenzione, non mi stancherò mai di urlarlo: anche la più preziosa delle fortune, se non viene coltivata e protetta, è destinata ad esaurirsi. Non possiamo avere paura di difenderla. Questo è un nostro diritto, il nostro patrimonio, l’eredità che lasceremo ai nostri figli. Svegliamoci!