Il Tradimento di una Visione come spegnere la Magia di Tropea
Il Tradimento di una visione come spegnere la magia di Tropea. Uno dei primi impegni presi dalla Commissione Straordinaria, quasi come un’ostentazione di forza e con toni che rasentavano la solennità, fu quello di mantenere viva una tradizione che Tropea, negli ultimi cinque anni, aveva trasformato in un vero e proprio vanto. Promesse di dare massimo impulso e di destinare, addirittura, maggiori risorse si sono sprecate. Propositi ambiziosi con il chiaro intento di non disperdere, anzi di potenziare, un’iniziativa di marketing territoriale che la mia amministrazione aveva creato dal nulla e con coraggio.
Una sfida nata dall’amore per la città, diventata un vero patrimonio della nostra Tropea. Parlo, come molti avranno già intuito, di Borgo Incantato, il progetto che, nato quasi per caso e quasi per gioco, è diventato in soli cinque anni un pilastro, una carta vincente di promozione del nostro territorio, un formidabile strumento per attrarre turismo anche fuori stagione, a cui hanno guardato con stupore e ammirazione tanti comuni e persino la stessa Regione Calabria.
Come dimenticare i commenti di tropeani e turisti, quando già a metà ottobre ci vedevano montare le luminarie e organizzare un programma natalizio che era il segno tangibile della nostra vitalità? Eravamo in anticipo sui tempi, sì, ma i turisti ancora in vacanza ne restavano affascinati, e i tropeani, con i loro commenti un po’ ironici e un po’ affettuosi, sembravano quasi non accorgersi del privilegio di avere una città che non teme di sognare. Si sentiva dire spesso: “Ancora stamu iendu a mari e muntano i luci i Natali. U sindaco si muntò a testa…” – parole, sì, ma dette con quel misto di stupore e orgoglio che oggi mi sembra quasi un ricordo lontano.
Negli ultimi anni, il numero dei comuni calabresi che hanno cercato di imitare il nostro progetto ha subito una crescita esponenziale. Ma diciamolo chiaramente: nessuno è (ERA!) riuscito a eguagliarci. Tropea resta il faro, l’esempio da ammirare e da emulare, grazie alla bellezza incomparabile del suo Borgo e alle politiche di marketing curate con dedizione e con visione negli anni passati.
Eppure oggi mi viene da sorridere amaramente. Le stesse persone che fino al 2023 criticavano le nostre scelte, solo fino a pochi giorni fa si domandavano con ansia: “Ma st’anno i fannu i luci? Ma quando cumincianu? Non è troppo tardi?”.
E mi viene da piangere al pensiero dell’indegno spettacolo offerto dai Commissari che, con la loro arroganza e con parole di sfida spocchiose, hanno tentato di sminuire il lavoro immenso che abbiamo fatto per la città. A loro è toccato un patrimonio già pronto, una “tavola conzata”, eppure stanno disperdendo tutto quello che con fatica avevamo costruito. Avevano tutto il tempo, tutto il supporto per non far svanire il lavoro fatto per Tropea!
Eppure, hanno gettato al vento un investimento che oggi sembra poco più che un vago ricordo – un investimento reso possibile dal nostro lavoro minuzioso di risanamento delle finanze pubbliche, in entrata e in uscita, portato avanti con sacrificio e costanza nei cinque anni e più di mandato. Abbiamo lavorato, risanato, creato una visione per la città, per non dover mai dipendere da “elemosine” e per non piegarci a compromessi di sorta.
Questa è l’ennesima dimostrazione di quanto sia falsa l’illusione dell’“uno vale uno” e di quanto sia vera, al contrario, la vecchia massima “non si può ereditare il merito del nonno”.