Gio. Gen 23rd, 2025

Chiara Appennino responsabilità dei sindaci ed allerte meteo

Chiara Appennino responsabilità dei sindaci ed allerte meteo

Chiara Appennino responsabilità dei sindaci ed allerte meteo

Chiara Appennino responsabilità dei sindaci ed allerte meteo. Esprimo senza riserve la mia profonda solidarietà all’ex Sindaco di Torino, oggi deputata del Movimento 5 Stelle, Chiara Appennino, per la condanna definitiva inflittale dalla Corte d’Appello d’Assise di Torino. Questa vicenda, di straordinaria gravità, può essere compresa appieno solo da chi ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza di amministrare una comunità come sindaco. È un precedente allarmante che rischia di paralizzare l’azione amministrativa che si pensava rivitalizzata con l’abrogazione dell’abuso d’ufficio.

Una tragedia complessa, una condanna inquietante

Ripercorriamo i fatti: il 3 giugno 2017, durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, in Piazza San Carlo, un atto deliberatamente criminale – l’uso di spray al peperoncino da parte di un gruppo di adolescenti per derubare i tifosi – generò il panico. Il fuggi-fuggi generale provocò la morte di due donne, mentre oltre 1.600 persone rimasero ferite, molte a causa dei cocci di vetro disseminati sul selciato. Una tragedia, senza dubbio, ma è sulla gestione amministrativa di quell’evento che si è concentrata la magistratura.

Chiara Appennino responsabilità dei sindaci ed allerte meteo

L’Onorevole Appennino è stata ritenuta responsabile di non aver effettuato una valutazione preliminare sulla sicurezza della piazza e di non aver emanato un’ordinanza anti-vetro, la cui mancanza – secondo i giudici – avrebbe contribuito in modo determinante all’entità delle conseguenze. In altre parole, l’ex sindaco è stata condannata non per aver causato l’evento, ma per una presunta negligenza nel prevenire i danni derivanti dall’azione di criminali. Una sentenza, a mio avviso, profondamente ingiusta, sicuramente legittima ma poco onesta, ma, in questo momento, la realtà è questa.

Il paradosso della responsabilità amministrativa
Questa vicenda, così surreale, ci obbliga a riflettere sul ruolo dei sindaci e sulle responsabilità che gravano sulle loro spalle. Mi trovo a rivedere le mie stesse posizioni sull’allerta meteo, per esempio, e a riconoscere – con umiltà – che i sindaci che scelgono di adottare decisioni drastiche, come chiudere scuole e uffici pubblici e la qualunque di fronte a un’allerta arancione, lo fanno non solo per prudenza, ma, giustamente, anche per tutelare sé stessi e le proprie famiglie dal rischio di un’accusa penale e di tutto ciò che ne consegue.

Ma la vera domanda è: basta chiudere le scuole per proteggersi dalle responsabilità? La risposta è no. Perché, nella malaugurata ipotesi in cui qualcosa accada, il sindaco verrà comunque chiamato in causa. Si dirà che non ha fatto abbastanza: che non ha pulito le caditoie o le cunette; che una finestra del municipio, lasciata aperta, ha fatto sbattere un infisso, causando un crollo che ha ferito qualcuno che passeggiava per le vie cittadine in mezzo ad un tornado. Perché, badate bene, senza il concorso di quei fattori, se il sindaco avesse chiuso bene la finestra, il tornado non avrebbe fatto male a nessuno. Tutto, perfino l’inverosimile, può essere usato per attribuire una colpa ad un Sindaco.

Questo ci porta a una questione cruciale: è accettabile che i sindaci, figure che dedicano la loro vita al servizio delle comunità, siano esposti a rischi così sproporzionati? È giusto che vengano trattati come capri espiatori per eventi straordinari o tragedie imprevedibili?

La politica e le istituzioni devono agire.
È necessario prevedere una forma di tutela per i sindaci, affinché possano svolgere il loro ruolo senza la costante minaccia di una condanna penale che, a posteriori, potrebbe essere inflitta per eventi fuori dal loro controllo. Non si tratta di immunità, ma di protezione da un’ingiusta sovraesposizione giudiziaria. Se vogliamo sindaci capaci di prendere decisioni coraggiose e tempestive, dobbiamo liberarli dalla paura di essere giudicati con il senno di poi.

ANCI, il momento è ora.
I sindaci italiani hanno bisogno di una rappresentanza forte, che chieda con fermezza interventi normativi chiari e immediati. Il caso di Chiara Appennino non può essere archiviato come un incidente isolato: è un campanello d’allarme per tutto il sistema amministrativo. La giustizia non può trasformarsi in una minaccia paralizzante. È tempo di proteggere chi governa i territori con dedizione, affinché nessun sindaco si trovi più a dover scegliere tra servire la propria comunità e difendere, se ci riesce, sé stesso.

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