Tropea e i fenomeni della ZTL
Tropea e i fenomeni della ZTL. Lo ammetto, non risentendo direttamente del provvedimento, posso permettermi di prenderla con ironia. E credetemi, c’è molto da ridere. Ma andiamo con ordine. L’ultima perla della Triade in carica, coadiuvata da qualcuno non troppo misterioso che si aggira nei corridoi con l’aura di un Oracolo, risale al 4 dicembre 2024: la trasformazione della ZTL del centro storico in area pedonale, limitatamente alla fascia oraria 17.00-18.00/24.00 e ai giorni festivi e prefestivi del periodo natalizio (Ordinanza 11-2024 delal Commissione Straordinaria con avvallo del Comandante della Polizia Municipale).
Ora, prima che qualcuno mi accusi di partigianeria, diciamo le cose come stanno: sulla carta, è un provvedimento che potrebbe essere legittimo a patto di accompagnarlo con specifici e puntualissimi accorgimenti, pena l’esposizione del comune a numerosi conteziosi che significano spesa e danni per l’ente. Sul campo, invece, si qualifica certamente come un capolavoro d’inutilità e, aggiungo, di inopportunità. Perché? Semplice: i contro surclassano di gran lunga i pro, soprattutto se durante la mia assenza forzata i permessi di accesso alla ZTL sono stati gestiti con rigore.
Da sostenitore convinto delle ZTL e delle Aree pedonali (nessuno può dubitare di questo!), avevo persino suggerito al Comandante, in tempi non sospetti, di introdurre un limite massimo di accessi giornalieri anche per i residenti, almeno nei periodi più caotici. Era una mossa drastica, certo, ma con un obiettivo chiaro: ridurre il traffico in modo significativo, e con esso, migliorare la qualità della vita di tutti. Lo abbiamo fatto durante la mia amministrazione, tagliando i permessi come si taglia un abito su misura: con rigore e precisione. E i benefici sono stati innegabili, tanto che le fortissime resistenze si sono del tutto spente nel giro di qualche anno (i furbi invece no, ancora proliferano!).
Ma un provvedimento del genere, un provvedimento che compromette fortemente la libertà dei cittadini – come qualsiasi decisione di grande impatto – richiede un minimo di concertazione con la comunità. Qualcosa di meglio insomma di un diktat calato dall’alto. E poi, diciamocelo, un pizzico di logica in più non guasterebbe: è noto a chiunque abbia vissuto in città che, anche nei giorni di massimo afflusso, dopo le 22.00 (parlo dell’inverno) il centro storico è un deserto come una piazza alle sei del mattino. Di poi, l’esperienza degli ultimi 5 anni, con numeri quasi agostani, non ci ricorda di criticità tali da richiedere una misura così draconiana. La bilancia degli interessi pende, dunque, decisamente dalla parte dei residenti, per più motivi.
Insomma, siamo davanti a un provvedimento che avrebbe meritato studio, confronto e soprattutto una legittimazione politica solida. Ma qui casca l’asino, perché la Triade in carica non dispone di quella legittimazione, e il risultato è un atto di imperio che definire inopportuno è un eufemismo.
E poi c’è quella fastidiosa sensazione che il vero obiettivo non sia tanto migliorare la vivibilità della città quanto mettersi in mostra come i nuovi fenomeni del rigore amministrativo. Come se il buon esempio non fosse già stato dato dalla mia amministrazione, che aveva proibito l’accesso persino a consiglieri, assessori e al sottoscritto che, sottolineo, non ho mai (MAI!) chiesto né ottenuto permessi. La coerenza (non per tutti, ovviamente) è una cosa seria!
E ora veniamo alla parte che mi fa sorridere: i miei concittadini. Che personaggi, signori miei! Quando si sentono toccati nei loro “diritti” – veri o presunti che siano – si trasformano in paladini infervorati. Anche di fronte alle questioni più insignificanti, trovano il coraggio di esporsi e alzare la voce, perfino davanti ai commissari. Un piccolo miracolo di indignazione collettiva a cui non pensavo di poter assistere.
Io, nel frattempo, osservo la scena con una dose abbondante di popcorn e un sorriso sornione. Se i commissari – come scommetto – non faranno marcia indietro già lunedì, il mio consiglio ai cittadini è semplice: rivolgetevi al Prefetto, ma prima aspettate che il Dott. Giovanni Grieco passi il testimone alla Dott.ssa Anna Aurora Colosimo. Lei conosce questa città e, cosa ancor più importante, la rispetta.