Tropea e la Casa delle Libertà – Il Marchese del Grillo colpisce ancora
Tropea e la Casa delle Libertà – Il Marchese del Grillo colpisce ancora.
Mi viene spontaneo chiedermi, per citare una delle perle immortali del grande Checco Zalone in Quo Vado, “Ma è del mestiere?“.
Oggi, cari lettori, voglio intrattenervi con un argomento diverso ma sempre di grande attualità: i lavori di Villa Ghirlanda.
Cominciamo dai numeri, che sono sempre la parte più succosa: l’importo dei lavori. Parliamo di un affidamento diretto con un ribasso monstre di ben… € 90,00, esattamente lo 0,15%! Il tutto su una cifra complessiva che sfiora i 70.000 euro, al netto dell’IVA al 22%. Insomma, un risparmio che, in termini pratici, potrebbe giusto coprire un paio di pizze margherite da asporto. Affidamento diretto, peraltro, in favore di una ditta che non rientra nell’elenco delle imprese di fiducia del Comune di Tropea e, per di più, con una iscrizione in White List in fase di aggiornamento.
Per carità, sia chiaro: plaudo all’iniziativa e lo dico davvero. In fondo, vedere il Comune di Tropea che accede a fondi esterni, che partecipa a bandi regionali e dà segnali di vita – forse per la prima volta in assoluto dal 23.04.2024 – è quasi commovente. È un po’ come vedere una rosa fiorire nel deserto: raro, ma possibile!
Eppure… c’è sempre un “ma”. Un grosso, ingombrante, rumoroso “ma”.
Torniamo un attimo ai vincoli di liceità e legittimità che i Commissari dovrebbero ripristinare. Tropea, come ben saprete (e se non lo sapete, ora ve lo dico io), è un gioiello paesaggistico sottoposto a rigidi vincoli storici, architettonici e paesaggistici. Tradotto: qualsiasi intervento che modifichi i luoghi – anche solo nei materiali – deve passare attraverso l’approvazione della Soprintendenza. Persino sostituire l’asfalto con delle eleganti basole in granito richiede il nulla osta.
Ora, nella fattispecie di Villa Ghirlanda, “forzando” la mano, si potrebbe far rientrare l’intervento realizzato nella casistica di quelli a regime libero, non soggetto cioè al Nulla Osta preventivo della Soprintendenza, tuttavia, sarebbe sempre una mezza forzatura contro la quale, sia ben chiaro, io, a dispetto del Dott. Roberto Micucci, già presidente della Commissione Straordinaria che ha sollecitato lo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Tropea, non ho nulla da obiettare quando si cerca di perseguire l’interesse pubblico.
Francesco Saverio Borrelli, Procuratore Capo di Milano e una delle figure centrali dell’inchiesta Mani Pulite, in un’intervista al quotidiano “la Repubblica” nel 2003 nel riflettere sulla figura del sindaco Gabriele Albertini e sulla sua amministrazione a Milano disse che, per poter realizzare alcune iniziative, un sindaco a volte deve essere disposto a spingere i limiti della legge, suggerendo che occorre una certa “forzatura” delle regole per agire in modo efficace in un contesto amministrativo spesso rallentato dalla burocrazia e dalle norme troppo rigide. Ecco, io la penso esattamente in questo modo e così mi sono regolato durante la mia amministrazione.
Ma i Commissari e, in particolare, il dott. Roberto Micucci, come la pensano? Direi. . . . a corrente alternata secondo il modello del Marchese Onofrio del Grillo: “Io so’ io, e voi nun siete un c…o“.
Restate sintonizzati, che tanto il prossimo capitolo non tarderà ad arrivare.