Tropea lo sperpero continua: il caso dell’autoclave d’oro
Tropea lo sperpero continua: il caso dell’autoclave d’oro. Ricordo ancora, con una punta di incredulità, quel lontano 22 ottobre 2018, quando misi piede per la prima volta in Comune. La situazione finanziaria non era proprio un disastro, certo, ma definirla rosea sarebbe stato un complimento eccessivo essendo simile a un campo di battaglia dopo l’assalto.
Eppure, grazie a tanto sudore, un po’ di follia calcolata e a una squadra di collaboratori che avrebbe fatto impallidire i migliori strateghi, siamo riusciti a trasformare quelle macerie finanziarie in un bilancio invidiabile, da 10 e lode, che il 23 aprile 2024 abbiamo consegnato, con orgoglio e un filo di amarezza, nelle mani della Commissione Straordinaria del dott. Roberto Micucci, lo stesso che aveva presieduto la Commissione d’Accesso e che, come sappiamo bene, non si è distinto per generosità di giudizio.
Con la mia amministrazione abbiamo dimostrato che si può gestire la res pubblica come un buon padre di famiglia che spezza il centesimo in quattro per offrire benessere ai propri cari senza mai svuotare il salvadanaio. Abbiamo, con fondi ordinari di bilancio, risanato i debiti del passato per 2milion di euro, investito in lavori pubblici per ben oltre 2milioni di euro, e persino ridato alla città un Natale degno di questo nome. Avete presente quei comuni virtuosi del Nord che di solito si prendono come esempio?
Ecco, molti di loro avrebbero voluto essere al nostro posto. E dire che, prima del 2018, il motto ufficioso in Comune era: “Non c’è una lira, e non c’è farina per impanare due sarde”. Il cambiamento è stato epocale!
Ma sapete qual è il problema delle eredità, anche quelle costruite con fatica e amore come quella del “nonno”? Se non le curi, finiscono. E il banchetto che qualcuno si sta godendo oggi, seduto a una tavola che noi abbiamo apparecchiato, rischia di trasformarsi presto in un desolante “non c’è più nulla”.
Ed eccoci qui, al motivo per cui oggi mi prendo qualche minuto per scrivere. Non per parlarvi del Villaggio di Natale – questo merita una saga epica, e ci sarà tempo – ma per un episodio che, se non fosse tragico, sarebbe da ridere: l’autoclave d’oro.
Pochi giorni fa, il Comune di Tropea ha affidato direttamente un lavoretto di ordinaria amministrazione: la fornitura e il montaggio di un’autoclave con serbatoio da 1.000 litri. Robetta, direte voi. E invece no! Sapete quanto è costato questo capolavoro dell’ingegneria contemporanea? La modica cifra di 4.180 euro, IVA al 10% inclusa (Determina 393 del 5 dicembre 2024).
Ora, fermatevi un attimo. Avete presente quanto può costare una cosa del genere? Ve lo dico io: 750 euro, più o meno. Insomma, una maggiorazione del 500%, giusto per essere generosi. E no, non parliamo di lavori complessi, di tubature chilometriche o di tecnologie spaziali. Niente di tutto questo. Stiamo parlando di un’autoclave. Punto.
E così, mentre il vostro ex sindaco – che a questo punto potreste pure chiamare “cretino” – si spezzava la schiena per garantire efficienza ed economicità, ecco come si gestisce il pubblico denaro sotto il nuovo corso: a suon di sprechi degni di una festa senza fondo.
Che sciocco sono stato, penserete voi. Ma lasciatemi dire una cosa: se essere sciocco significa lavorare con coscienza, passione e rispetto per i soldi dei cittadini, allora rivendico con orgoglio ogni singola scelta che ho fatto. E continuerò a battermi per la giustizia, perché la verità non può essere ignorata o insabbiata.
A presto, e grazie per continuare a seguirmi. La battaglia non è finita!